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                                            NOTE AL DOCUMENTO DEI SERVIZI TAXI DEL COMUNE DI ROMA 
                                                              ( del 10.05.1999 di Maurizio Berruti) 

Il documento sulla carta dei servizi e sul codice di comportamento che dovrà trattare la Commissione Consultiva, è complessivamente in contrasto con la normativa che regola l'atto della Pubblica Amministrazione - LICENZA -. Essa permette ad un soggetto privato in possesso dei requisiti previsti, lo svolgimento del servizio taxi. Tutto l'articolato nasce da presupposti che non sono propri di un servizio d'interesse pubblico gestito da privati titolari di licenza. Il documento si fatto, è sintomo di una perdita complessiva degli indirizzi dettati generalmente dalla filosofia del diritto che regola la vita democratica del nostro paese. Ogni proposta di regolamento o di legge, deve tenere conto in modo imprescindibile di tutte le altre leggi inerenti e della più complessiva filosofia del diritto che regge la struttura normativa. A supporto dell'assunto di cui sopra, andiamo ad analizzare complessivamente il problema, scendendo nei particolari dei singoli articoli che sono in contrasto anche con una diversa logica da quella della licenza. La pubblica Amministrazione (nel caso il Comune), ha il compito di rilasciare una serie di suoi atti che permettono lo svolgimento di un determinato servizio. Essi sono LE CONCESSIONI, LE AUTORIZZAZIONI, LE LICENZE. La CONCESSIONE è rilasciata per quei servizi di trasporto (nel caso) che sono prioritariamente affidati allo Stato e di sua specifica competenza. Essi sono i servizi Pubblici come il trasporto collettivo di persone autobus, ferrovie etc. Questi servizi sono definiti essenziali per la Pubblica Utilità e quindi demandati allo Stato. Esso deve gestirli in prima persona o può darli in Concessione ad un privato. In pratica, si affida un determinato servizio di proprietà dello Stato, ad un privato, con il quale si attua un contratto (contratto di servizio). Lo stato, sui privati cui ha conferito il diritto, può entrare pesantemente nel governo delle imprese che svolgono il servizio, determinando il tipo dei veicoli, la frequenza data, la sua qualità ed ogni altra cosa che può essere utile alla pubblica collettività. Essa determina le tariffe, applicando anche prezzi politici finalizzati a soddisfare ogni fascia della popolazione. In questo caso lo Stato, con suoi contributi, finanzia la ditta espletante il servizio, per colmare il divario fra prezzo politico applicato e il reale costo di mercato. Questi servizi non rientrano, per il loro particolare stato, nella politica liberale di mercato. Ciò significa che nel nostro sistema politico ad economia liberale, i soggetti privati, nel rispetto dei principi della concorrenza non possono essere "aiutati" dallo Stato con suoi contributi. Nel caso della Concessione, i soggetti operanti possono avere finanziamenti, questo in ogni modo è nel rispetto delle regole del libero mercato. Infatti, nessuno può obbligare soggetti economici a svolgere un servizio ad un prezzo inferiore di quello che il mercato stabilisce. La Concessione, inoltre, nell'interesse pubblico può revocarsi in qualunque momento. In sintesi la Concessione è un atto della Pubblica Amministrazione che concede ad un privato nuove posizioni giuridiche che questi prima non aveva. Lo stato su queste, mantiene totalmente il controllo essendo un suo patrimonio che deve soddisfare il Pubblico Cittadino. Tutti i servizi in Concessione rilasciate dallo Stato sono essi e solo essi, Servizi Pubblici, con delle proprie particolarità. L'AUTORIZZAZIONE è l'atto che è rilasciato dalla Pubblica Amministrazione ad un soggetto privato, che utilizzando beni e diritti già in suo possesso, può svolgere un determinato lavoro. Esso è e rimane un servizio privato, svolto da privati. In questo caso lo Stato non da in affidamento nessun servizio, non essendo di sua "proprietà" il diritto all'espletamento del servizio stesso. Lo spirito che muove lo Stato nell'istituire questa forma di permesso, nasce dalla necessità di contingentare uno specifico settore di lavoro per stabilire un equilibrato rapporto fra la domanda dell'utenza e l'offerta del servizio. In sintesi per alcuni settori, non vige la libertà assoluta di svolgere un servizio senza permessi. I comparti in questione, soggiacciono ad un'Autorizzazione Comunale che è rilasciata solo nel caso che se ne riveli la necessità. Sui servizi permessi con l'Autorizzazione, la Pubblica Amministrazione non può entrare assolutamente nel governo del settore. Esse sono delle libere imprese che svolgono il loro lavoro con le sole regole imposte dal mercato. Il Comune non può stabilire le tariffe, gli orari del servizio, il tipo di vettura, i turni che devono fare i dipendenti delle ditte etc. L'autorizzazione è revocata solo nel caso che i soggetti intestatari abbiano perso i requisiti previsti dalle leggi per svolgere il servizio. In sintesi l'Autorizzazione permette di svolgere un servizio privato, rivolto ad un'utenza indifferenziata formata dalla Pubblica collettività. Come tutti i servizi rivolti al cittadino (bar, ristoranti, cinema, etc.) esso è un servizio d'interesse pubblico. Va fatto notare che la dicitura "servizio d'interesse Pubblico" è ben diverso da "servizio pubblico". L'uno è un servizio privato svolto da privati, l'altro è un servizio appartenente allo Stato che può essere fatto gestire da privati, affidando loro il servizio. La dicitura di "Servizio Pubblico" è determinata solo dal tipo d'atto rilasciato dalla Pubblica Amministrazione, nel caso la CONCESSIONE. Ogni dicitura di "Servizio Pubblico" è impropria se dietro non vi è una Concessione. La sola dicitura, non produce nessun effetto proprio della Concessione. La LICENZA è un atto simile all'Autorizzazione, come questa è rilasciata dalla Pubblica Amministrazione, ad un privato che dimostra di avere il possesso dello strumento di lavoro (l'auto), le abilitazioni per condurlo (patente e Certificato d'Abilitazione Professionale) e l'iscrizione all'albo professionale. Il servizio espletato è anch'esso privato e come per l'autorizzazione la Pubblica Amministrazione non può entrare nel governo dell'impresa, sia essa esercitata con persona fisica (artigiano), che con soggetto giuridico (cooperativa di produzione e lavoro con licenze e autovetture effettivamente di proprietà della stessa). La Licenza, come l'autorizzazione, ha lo scopo di contingentare il settore. La Licenza non riguarda un servizio Pubblico, ma d'interesse pubblico. In special modo, per il servizio taxi, una recente sentenza della Seconda Sezione Penale della cassazione, del 17 novembre 1998 con n° 12722, ha sancito inequivocabilmente che il tassista non svolge un servizio pubblico. Ciò comporta inoltre, che la Licenza può essere ritirata dalla Pubblica Amministrazione, solo nel caso che l'intestatario abbia perso i requisiti di legge. All'uopo il Comune ogni anno, attraverso il rinnovo delle Licenze, deve verificarne la permanenza. La Licenza, pur rimanendo nella logica dell'Autorizzazione si differenzia da questa per due sostanziali punti: - le tariffe amministrate; - i luoghi dove poter prelevare la clientela. La giurisprudenza prevalente, pur salvaguardando il lavoro privato del Licenziatario, ha considerato che per alcuni servizi d'interesse pubblico, fosse necessario che questi non applicassero tariffe di libera contrattazione, questo per dare un prezzo certo anche se di mercato, per l'utenza e per i soggetti che svolgono l'attività. Per la Licenza, la Pubblica Amministrazione, deve formulare i criteri per determinare le tariffe (come da art.5 punto -c- della legge 21/92), le quali per essere valide, devono essere periodiche, nascere dall'analisi dei costi ed essere coerenti con i liberi costi di mercato. I prezzi amministrati, a differenza dei "prezzi politici" (si pensi al costo del biglietto dell'autobus), non impongono una tariffa inferiore al reale valore. Essi sono solo controllati dalla Pubblica Amministrazione, affinché siano coerenti con i reali costi evitando eccessivi ricarichi, questo perché il servizio è d'interesse Pubblico svolto da privati. Il taxi a differenza del noleggio da rimessa che ha un'autorizzazione Comunale, può sostare in aree pubbliche dove prelevare l'utenza. Inoltre, come sancito dall'art. 11 della legge 21/92, esso ha la precedenza nei varchi prospicienti il transito dei passeggeri, nei porti, negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie. La specificità della Licenza, nei confronti sia della "simile" autorizzazione sia della "diversa" Concessione, risiede in questi punti: a) il servizio non è un servizio Pubblico, ma d'interesse pubblico; b) il servizio taxi deve svolgersi per un'utenza indifferenziata; c) le tariffe non sono a libera contrattazione ma sono amministrate dai Comuni che ne determinano i criteri e sono espressi da un tassametro omologato; d) il servizio non può beneficiare di contributi Pubblici, a qualsiasi titolo perché non è un servizio pubblico ma privato; e) il servizio non può svolgersi su percorsi predefiniti, (di linea) e per utenza collettiva perché ciò è riservato allo Stato che può darlo solo in Concessione e non con la Licenza. f) Il servizio, non è affidato dal Comune al privato tassista. Esso è un diritto già in possesso di questi. La Pubblica Amministrazione elimina solo un vincolo per l'espletamento dell'utilizzo del bene già in possesso del tassista. Ognuno dei punti sopra elencati non può essere evaso o mutato se non cambiando complessivamente il titolo (Concessione, Autorizzazione, Licenza) producendo un altro tipo di servizio che non è più il taxi. Nei punti trattati, abbiamo visto che l'atto della Licenza impone una consequenzialità di documenti successivi promoventi diritti e doveri, ben precisi. La Pubblica Amministrazione e il tassista, devono rispettare la logica cui è legata la Licenza. Nel documento posto all'analisi della Commissione Consultiva, si evidenzia pesantemente che i parametri giuridici dell'essere Licenziatario, non sono rispettati. Scendendo nel dettaglio si dimostra l'assunto. Nel capitolo "CARTA DEI SERVIZI" si fa riferimento alle "aziende di trasporto pubblico che hanno sottoscritto Contratti di servizio con il Comune". L'analogia non può assolutamente essere applicata ai tassisti, perché questi non attuano una prestazione pubblica, ma d'interesse pubblico, né possono essere obbligati a sottoscrivere contratti di servizio con il Comune. Solo la Concessione permette questi meccanismi. L'estensore del documento in questione, ha confuso la Licenza con la Concessione, ponendo le premesse per invalidare tutto il documento. Di conseguenza "la Carta dei Servizi", uno degli oggetti della proposta, non ha la possibilità di essere applicata su di un settore di lavoratori autonomi che dovrebbe muoversi con un minimo di libertà di mercato. Lo stesso "CODICE DI COMPORTAMENTO", derivando da un'interpretazione errata dell'assunto, tratta il servizio e gli operatori come se fossero dipendenti Comunali o soggetti Concessionari. La pubblica Amministrazione non può determinare l'orario di lavoro di un lavoratore autonomo o di soggetti dipendenti di terze società. Essa è normativa d'altre competenze. La "TAXI CARD" è un altro elemento della confusione che ha diretto l'estensore. Nella libertà d'impresa prevista per i Licenziatari e rilevata anche fra le righe del documento in questione, non può essere previsto un intervento economico da parte della Pubblica Amministrazione per eventuali sconti forniti dal tassista. Sconti che del resto, non possono attuarsi per una tariffa Amministrata. L'intervento sulla "TARIFFA DI CHIAMATA", oltre ad operare su di un prezzo già determinato e sul quale poco si può modificare, è contrario al libero mercato, richiamato spesso dagli amministratori. Sarà l'utenza a chiamare la centrale radio più conveniente o il posteggio più vicino cui telefonare. Il principio delle fasce d'importi sui tempi d'arrivo è in ogni modo una limitazione dell'applicazione della tariffa amministrata. La trasparenza è garantita dal tassametro omologato. Il "TAXI bus" (dicitura errata perché trattasi di mini bus) per Fiumicino, innescando il principio di un prezzo uguale per ogni singolo passeggero, esula dagli ambiti delle possibilità date dalla Licenza. Il costo del taxi può essere determinato solo dal tassametro in applicazione delle tariffe amministrate. Attuare un altro meccanismo, varia gli ambiti e le competenze del tassista. Ciò comporta che lo stesso trasporto, per così dire collettivo, richiede la CONCESSIONE, perché come abbiamo visto tutti i trasporti collettivi di persone, sono demandati allo Stato. Nella prima riga del punto "Incentivi a chi acquisterà una nuova vettura", vi è un passo molto contraddittorio. Esso dice "saranno destinati ai tassisti che svolgeranno anche servizio taxi….", "anche" presuppone inevitabilmente che l'attività svolta dal tassista, non è né l'unica né prevalente. Secondo la proposta, il servizio taxi è collaterale di qualche altro tipo di servizio non ben definito. Inoltre, nel caso di un servizio permesso con la Licenza, con quali poteri la Pubblica Amministrazione, promette incentivi? Forti dubbi nascono su questo paragrafo dell'articolato. Pare trapelare la forzata visione di un servizio taxi che deve, in contrasto con ogni legge, trasformarsi in qualcosa di più consono ad un controllo della Pubblica Amministrazione. Il Codice di Comportamento, presenta anch'esso caratteri in contrasto con le leggi vigenti e i principi del diritto. Nel punto riguardante i Principi, s'insiste sul concetto "… alla cura del servizio pubblico affidato". Il servizio come abbiamo ampiamente visto, non è pubblico, di conseguenza esso non può essere "affidato", perché non è nella "proprietà" dello Stato. Questo di nuovo, fa confusione fra LICENZA e CONCESSIONE. Nella parte successiva dello stesso punto, si dice "… al rispetto delle istituzioni e dell'Amministrazione che gli affida il servizio". Se passa l'errato principio che il servizio è affidato dalla Pubblica Amministrazione, bisogna conseguenziàlmente rispettare le normative che regolano ciò. La Pubblica Amministrazione, in questo caso, potrebbe controllare ogni atto della gestione del servizio rendendo impossibile un libero mercato e la libertà d'impresa. Per soggiacere a questo stato di cose, il tassista dovrebbe avere la Concessione, come sopra abbiamo visto. Fra gli obblighi dei conducenti, si evidenzia un punto che è coerente con la tipologia giuridica della licenza taxi. Il tassista può solo pretendere il prezzo rilevato dal tassametro. Come si vede, in un passo dell'articolato si permette una cosa (taxi bus con prezzi fissi per singola persona) e in altro punto si vieta la stessa. Al punto 7 art. 3 del documento in questione, si determina le ore di lavoro del singolo tassista. Pur essendo legittimo, sul piano politico, determinare un tempo massimo di ore lavorate, per quello che abbiamo visto prima, la Pubblica Amministrazione non può entrare nel governo delle imprese taxi. In conclusione, il documento sulla carta dei servizi e sul codice di comportamento stravolge i principi tecnico-giuridici che regolano la Licenza per svolgere il servizio taxi. Partendo da presupposti errati e confondendo la Licenza con la Concessione, si arriva a delle proposte che non possono riguardare ne essere applicate nel settore. Per tutto quanto sopra, la proposta deve essere respinta in toto non riguardando, questa, il settore trattato.