IL GATTO E IL TOPO ( TAXI DI LINEA )
                                                         (art. del 27/02/98 di Maurizio Berruti)


La ristrutturazione economico-politica, che sta investendo ogni parte del Paese, comporta necessariamente la perdita di posti di lavoro pubblici. Negli anni, sfruttando la "mucca grassa" dello Stato, si è sviluppata un'economia non reale che ha prodotto, di conseguenza, un'occupazione gonfiata. Oggi, per rendere più efficiente, dal punto di vista economico, la macchina dello Stato e, di conseguenza, per entrare in Europa, bisogna tagliare a destra e a manca. Nel fare questo, i partiti di governo, per non perdere consenso, rischiando dunque di tornare all'opposizione, non possono trascurare le legittime rimostranze di chi dovrebbe perdere il posto di lavoro. Da qui la necessità di trovare nuove formule, che reintegrino in altri posti di lavoro i dipendenti licenziati dagli enti pubblici. Il cosiddetto taxi di linea potrebbe rappresentare uno di questi sfoghi occupazionali. Sulla base di tale analisi, ci sembra verosimile concludere che il servizio dei taxi collettivi sarà effettuato da organismi composti da ex dipendenti pubblici (Atac, ferrovie etc). Da notizie pubblicate su volantini di organizzazioni del settore, si apprende, comunque, che : 

1) il servizio viene denominato TAXIBUS; 
2) il servizio può essere espletato in forma facoltativa dai taxi fuori turno; 
3) il servizio può effettuarsi avvalendosi dell'opera di collaboratori familiari del titolare della licenza;
4) le vetture partiranno a intervalli regolari dai capolinea; 
5) le vetture debbono fermarsi alle fermate autobus; 
6) il tassista riceverà £. 6.000 a passeggero; 
7) l'accordo è stato firmato dalle organizzazioni sindacali artigiane e dalle centrali radiotaxi(!!??); 8) il settore, attualmente, non è organizzato per partecipare ad una futura gara d'appalto per aggiudicarsi la gestione delle linee di TAXIBUS. 

Le domande che sorgono spontanee sono le seguenti : 
1) se i taxisti possono svolgere volontariamente il servizio e non già organizzati in proprie strutture economiche che se ne assumono la responsabilità, chi controllerà che tutti i tassisti sottoscrittori del servizio, vi partecipino effettivamente sulla linea scelta ? Chi sostituirà eventuali autovetture in panne ? Chi sostituirà eventuali tassisti malati ? Il costo di eventuali controllori di linea su chi ricadrà ? 
2) Se il servizio si svolge dal capolinea e i taxi debbono partire in intervalli di tempo prestabiliti, a cominciare dal 3° in fila, dopo quanto tempo partiranno gli altri ? Non accadrà che l'ultimo della fila potrà partire dopo 2 ore ?
3) Se il costo per ogni passeggero è di £. 6.000, considerato che una corsa da Montesacro alla Stazione Termini con il taxi costa in media £. 12.000, il prezzo non sembra eccessivo per un TAXIBUS ? 4) Perché si sostiene che il settore non è organizzato, per poter partecipare a possibili gare di appalto, quando vi sono le cooperative e i consorzi ? 
5) Perché non è stata invitata la Società Cooperativa "COEUROPA 93" che, già 3 anni or sono, ha fatto per prima la proposta del taxi di linea ? 
6) Cosa c'entrano le centrali radiotaxi con una gestione di linea che deve essere effettuata dagli intestatari di licenze taxi ? 
7) Poichè il servizio di TAXIBUS viene effettuato su linee affidate all'ATAC, secondo il diritto amministrativo, i soggetti privati, che dovessero svolgere il trasporto in sostituzione del servizio autobus, non dovrebbero avere la concessione di linea ? 
8) Il tassista singolo potrebbe poi avere intestate la concessione di linea e la licenza taxi ?


La risposta a queste domande è semplice : il servizio TAXIBUS effettuato dai taxisti deve fallire. In futuro sarà affidato ad organismi economici, nei quali confluiranno ex dipendenti statali in esubero. Difatti, la spropositata tariffa di £. 6.000 a passeggero (ricordiamo che la cooperativa "COEUROPA 93" fece la proposta di £. 3.000 a passeggero), serve proprio a garantire reddito a chi dovrà vivere solo con il cosiddetto TAXIBUS. E' strano che gli organismi di settore firmatari dell'accordo non si siano meravigliati più di tanto di questa cortese elargizione sul costo a passeggero. In definitiva, si sta cercando con il consenso del "TOPO" di farci "mangiare" dal "GATTO" ( lo Stato) che, affamato di posti di lavoro per i propri dipendenti da licenziare, non si fa scrupolo di assorbire fette di mercato spettanti ad altri soggetti del mondo del lavoro autonomo. Questo è quanto. Per concludere, non ci resta che fare un'ulteriore nota alla proposta : il collaboratore familiare dovrà comunque essere iscritto all'artigianato, pagare i relativi contributi e le relative tasse, che saranno più sostanziose anche per il titolare della licenza che si avvale di questo strumento.