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PENSIONI PUBBLICHE ED INTEGRAZIONE PRIVATA
di Maurizio Berruti
(07.06.2000) 

Da diversi anni, si è capito che il sistema pensionistico Italiano ha le gambe corte. Sia per come è stato gestito, sia per la diminuzione degli occupati. A breve termine,  non garantirà più l'erogazione pensionistica. Gli errori (se di errori si può parlare), che hanno visto dare le pensioni  a chi non ne aveva diritto, a chi  andava in giovanissima età a riposo,  a chi venivano  date pensioni stratosferiche, hanno  ridotto la situazione delle pensioni, ai minimi termini. Oltre questi fatti, il fondo pensionistico è stato utilizzato anche per elargire la cassa integrazione. Questo ha ulteriormente deteriorato, la struttura e la filosofia che regge la logica previdenziale del Paese.  Lo Stato, contravvenendo ad un preciso contratto sociale, ha allungato gli anni per andare in pensione. Questa azione  cerca di modificare in parte, la spirale dei costi pensionistici che  aumenta ogni anno. Ciò ha sortito un primo temporaneo effetto che era ed è quello, di conformare un parametro per l'entrata in Europa. Ora il palliativo sembra cedere, come del resto era prevedibile. A ciò, si sta cercando di ovviare invitando la popolazione lavorativa a fornirsi di pensioni integrative gestite da privati. In questo senso, cerca di spingere anche l'Europa. Credo che anche in questo caso, si stia commettendo un errore che allargherà sempre di più la forbice fra garantiti (ricchi) e non garantiti (poveri). Infatti il costo della pensione integrativa, affinché questa abbia un minimo di peso economico che garantisca una vecchiaia non troppo problematica, deve avere un costo che si aggira sui sei milioni l'anno. Nel caso di una famiglia monoreddito, questa non avrà generalmente, l'economia per permetterle  una pensione integrativa. Il minimo dei  sei milioni l'anno, possono rappresentare un ostacolo invalicabile a fronte delle altre necessità basilari per la conduzione dell' "impresa famiglia". Nel caso di una famiglia con due redditi, si avrà la possibilità di crearsi un fondo integrativo pensionistico. In questo caso, il fondo non coprirà le necessità basilari di una famiglia di pensionati, in quanto queste sono garantite dalle due pensioni che i coniugi percepiranno, ma servirà a dare il superfluo, il di più. Questi due casi, famiglia con un reddito, famiglia con due redditi, evidenziano che si andrà sempre di più a favorire chi già comunque ha un minimo di garanzia pensionistica e a penalizzare chi combatte ogni giorno per far quadrare il bilancio famigliare. Quindi in ultima analisi, se non si trovano soluzioni più consone con le reali esigenze dei più deboli, si potenzierà una società sempre più divaricata fra i pochi ricchi e i molti poveri. Se questa è la soluzione che il governo pensa di trovare, dovrà potenziare i servizi di ordine pubblico, perché con queste premesse si và verso una società sud americana con tutti i problemi che questo comporta.