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Notiziario N.28 - Agosto - Settembre  2004
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occorre avvisare la Pubblica amministrazione, ne chiedere ulteriori permessi per eventuali sostituzioni alla guida del taxi. Infatti, normalmente, ogni taxi intestato alla società, può essere condotto, in base alle esigenze, da qualunque socio che abbia i requisiti di guida previsti. D’altro canto tutto ciò rientra nelle normative che riguardano la cooperazione.Questa possibilità, consentirebbe anche, nel caso vi sia la necessità in alcuni periodi dell’anno, di utilizzare su più turni il taxi, di impiegare diversi autisti che si alterneranno alla guida.Nella struttura, i soci possono avere diverse forme contrattuali che lo rapportano giuridicamente, fiscalmente e per i versamenti contributivi con la cooperativa. Dopo la legge 142/01 e il successivo D.L. 276/03, si sono ampliate di molto le possibilità offerte alla cooperativa. Vi possono essere diverse figure di soci, che sono attuate, secondo la convenienza del singolo e della cooperativa. La prima è il socio lavoratore subordinato. Questi avrà un contratto di lavoro analogo a quello esistente nel settore (in mancanza, per il taxi si usa quello del noleggio da rimessa). Egli avrà tutti i meccanismi previsti per il lavoratore dipendente, dall’importo della busta paga, alla percentuale di versamenti contributivi, agli assegni familiari, alle quattordici mensilità, alle ferie, alla liquidazione. Questa posizione è alquanto onerosa per la cooperativa.La seconda possibilità prevede il socio lavoratore a progetto. Questa figura, ha sostituito il vecchio collaboratore coordinato e continuativo (CO.CO.CO.). In pratica, il socio così rapportato di sua scelta, espleta la sua funzione all’interno di un progetto complessivo di lavoro, presentato dalla cooperativa. La sua retribuzione sarà liberamente concordata con l’impresa. Egli, pur essendo a tutti gli effetti socio, può interrompere il proprio rapporto di lavoro in ogni momento, rimanendo comunque, membro della cooperativa. Il costo mensile contributivo e fiscale, è notevolmente più basso di quello del contratto da subordinato. Solitamente i soci tassisti che scelgono questo tipo di rapporto, sono tutti coloro i quali hanno già effettuato come dipendenti subordinati, almeno venti anni di lavoro, che è il minimo per avere una pensione. Con il contratto di lavoratore a progetto, si chiude l’eventuale posizione contributiva INPS di dipendente e se n’apre un’altra. Quest’ultima da diritto, dopo cinque anni di versamenti, ad un’ulteriore pensione che si sommerà a quella normale. Il lavoratore può percepire gli assegni familiari, ma non mensilmente. Essi andranno richiesti ogni anno e verranno corrisposti in un'unica soluzione direttamente dall’INPS al lavoratore (su questo, ancora non vi è una totale chiarezza per i tempi in cui vanno dati).Vi è poi un’altra possibilità di figura di socio, che per il momento può non interessare, quindi eventualmente, la tratteremo in seguito.Come vediamo, sono offerte alla cooperativa di lavoro, diverse possibilità di organizzare contrattualmente i soci. Questo rende l’ente, molto elastico e in grado di affrontare tutte le problematiche che implica il mercato.
L’analisi          sopra         fatta     sulle    varie        possibilità d’organizzazione     offerte      al tassista,     rende      evidente qual è quella forma  che permette di affrontare in modo confacente  gli eventuali cambiamenti complessivi che il servizio potrà subire con le normative Europee, il tipo di mercato globale espresso,   ed     eventuali       modifiche      proposte       per il   settore,     dalla    cosiddetta    Antitrust.

Riepilogando, osserviamo che il singolo artigiano che aderisce ad un consorzio d’imprese, potrà risparmiare sugli acquisti e sulle incombenze della tenuta dei registri contabili, ma non avrà risolto il problema dell’eventualità di avere a basso costo un dipendente, di avere intestato un taxi muletto, di aumentare la sua forza contrattuale. Nel caso che sia necessario, far lavorare il taxi nell’arco di due turni (16 ore), (- su questo va spesa una parola in più. E’ possibile che gli enti Comunali, decidano di rilasciare nuove licenze taxi se il servizio taxi non è sufficiente. Per impedire questo, bisogna utilizzare di più il parco vetture esistente. Quindi si avrà bisogno di far lavorare il taxi su un’arco di tempo maggiore all’attuale. Per fare questo, è indispensabile l’utilizzo di autisti che lavorino il mezzo. -) il singolo artigiano tassista, non potrà per forza di cose, lavorare sedici ore il giorno, dovrà assumere un dipendente, o avere un gestore, o utilizzare un collaboratore familiare. Come abbiamo visto sopra, queste soluzioni, sono molto onerose per la piccola impresa taxi e non attuabili economicamente. Lo stesso può essere detto per l’utilizzo di un taxi muletto. La licenza del taxi muletto, può essere rilasciata solo a chi ne ha i requisiti e a chi esercita (oggi vi sono su questo, delle incongruenze che con il tempo, andranno per forza a sparire). Quindi il singolo tassista artigiano può avere il muletto, ma il costo per tenere una vettura ferma, in attesa di essere utilizzata solo pochi giorni l’anno, nel caso che quella ufficiale di esercizio, risulti in panne, è davvero troppo oneroso, a fronte dei benefici che comporta. La forza contrattuale, del singolo tassista artigiano, aderente ad un Consorzio, può aumentare, solo per gli acquisti e per la gestione tecnico – amministrativa. Non potendo essere rappresentato totalmente nella sua impresa dall’associazione, rimane singolo e debole operatore, nei confronti delle problematiche generali.
Cosa totalmente diversa, è la situazione di un tassista che aderisce ad una cooperativa di produzione e lavoro. Il tassista diventa socio lavoratore della struttura, la quale si occuperà di tutte le incombenze, compresa quella di avere nuovi soci solo con l’abilitazione per condurre taxi, che verranno utilizzati, nel caso sia necessario far lavorare il singolo taxi su più turni. La responsabilità non sarà più del singolo tassista, ma dell’intera cooperativa di lavoro. Come abbiamo analizzato sopra, anche per il taxi muletto il problema è brillantemente risolto dalla società, che del resto, rappresenta in ogni sede se stessa e i propri associati, aumentando notevolmente la forza contrattuale complessiva e del singolo socio. Inoltre, l’elasticità del contratto (subordinato, lavoratore a progetto) permessa al singolo socio di cooperativa, ammette delle scelte convenienti, che non sono possibili per il singolo artigiano “sotto” minimun tax.
Concludendo, per affrontare il “nuovo vento” economico dell’Europa, e i “tornadi” dell’Antitrust, degli Amministratori Comunali e di chi vuole appropriarsi del settore taxi, lo strumento organizzativo adeguato, è nella cooperativa di lavoro e produzione intendendo quella a proprietà collettiva.
 
 

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