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occorre avvisare la Pubblica amministrazione, ne
chiedere ulteriori permessi per eventuali sostituzioni alla guida del
taxi. Infatti, normalmente, ogni taxi intestato alla società, può
essere condotto, in base alle esigenze, da qualunque socio che abbia i
requisiti di guida previsti. D’altro canto tutto ciò rientra nelle
normative che riguardano la cooperazione.Questa possibilità,
consentirebbe anche, nel caso vi sia la necessità in alcuni periodi
dell’anno, di utilizzare su più turni il taxi, di impiegare diversi
autisti che si alterneranno alla guida.Nella struttura, i soci possono
avere diverse forme contrattuali che lo rapportano giuridicamente,
fiscalmente e per i versamenti contributivi con la cooperativa. Dopo
la legge 142/01 e il successivo D.L. 276/03, si sono ampliate di molto
le possibilità offerte alla cooperativa. Vi possono essere diverse
figure di soci, che sono attuate, secondo la convenienza del singolo e
della cooperativa. La prima è il socio lavoratore subordinato. Questi
avrà un contratto di lavoro analogo a quello esistente nel settore
(in mancanza, per il taxi si usa quello del noleggio da rimessa). Egli
avrà tutti i meccanismi previsti per il lavoratore dipendente, dall’importo
della busta paga, alla percentuale di versamenti contributivi, agli
assegni familiari, alle quattordici mensilità, alle ferie, alla
liquidazione. Questa posizione è alquanto onerosa per la
cooperativa.La seconda possibilità prevede il socio lavoratore a
progetto. Questa figura, ha sostituito il vecchio collaboratore
coordinato e continuativo (CO.CO.CO.). In pratica, il socio così
rapportato di sua scelta, espleta la sua funzione all’interno di un
progetto complessivo di lavoro, presentato dalla cooperativa. La sua
retribuzione sarà liberamente concordata con l’impresa. Egli, pur
essendo a tutti gli effetti socio, può interrompere il proprio
rapporto di lavoro in ogni momento, rimanendo comunque, membro della
cooperativa. Il costo mensile contributivo e fiscale, è notevolmente
più basso di quello del contratto da subordinato. Solitamente i soci
tassisti che scelgono questo tipo di rapporto, sono tutti coloro i
quali hanno già effettuato come dipendenti subordinati, almeno venti
anni di lavoro, che è il minimo per avere una pensione. Con il
contratto di lavoratore a progetto, si chiude l’eventuale posizione
contributiva INPS di dipendente e se n’apre un’altra. Quest’ultima
da diritto, dopo cinque anni di versamenti, ad un’ulteriore pensione
che si sommerà a quella normale. Il lavoratore può percepire gli
assegni familiari, ma non mensilmente. Essi andranno richiesti ogni
anno e verranno corrisposti in un'unica soluzione direttamente dall’INPS
al lavoratore (su questo, ancora non vi è una totale chiarezza per i
tempi in cui vanno dati).Vi è poi un’altra possibilità di figura
di socio, che per il momento può non interessare, quindi
eventualmente, la tratteremo in seguito.Come vediamo, sono offerte
alla cooperativa di lavoro, diverse possibilità di organizzare
contrattualmente i soci. Questo rende l’ente, molto elastico e in
grado di affrontare tutte le problematiche che implica il mercato. |
Riepilogando, osserviamo che il singolo artigiano
che aderisce ad un consorzio d’imprese, potrà risparmiare sugli
acquisti e sulle incombenze della tenuta dei registri contabili, ma
non avrà risolto il problema dell’eventualità di avere a basso
costo un dipendente, di avere intestato un taxi muletto, di aumentare
la sua forza contrattuale. Nel caso che sia necessario, far lavorare
il taxi nell’arco di due turni (16 ore), (- su questo va spesa
una parola in più. E’ possibile che gli enti Comunali, decidano di
rilasciare nuove licenze taxi se il servizio taxi non è sufficiente.
Per impedire questo, bisogna utilizzare di più il parco vetture
esistente. Quindi si avrà bisogno di far lavorare il taxi su un’arco
di tempo maggiore all’attuale. Per fare questo, è indispensabile l’utilizzo
di autisti che lavorino il mezzo. -) il singolo artigiano
tassista, non potrà per forza di cose, lavorare sedici ore il giorno,
dovrà assumere un dipendente, o avere un gestore, o utilizzare un
collaboratore familiare. Come abbiamo visto sopra, queste soluzioni,
sono molto onerose per la piccola impresa taxi e non attuabili
economicamente. Lo stesso può essere detto per l’utilizzo di un
taxi muletto. La licenza del taxi muletto, può essere rilasciata solo
a chi ne ha i requisiti e a chi esercita (oggi vi sono su questo,
delle incongruenze che con il tempo, andranno per forza a sparire).
Quindi il singolo tassista artigiano può avere il muletto, ma il
costo per tenere una vettura ferma, in attesa di essere utilizzata
solo pochi giorni l’anno, nel caso che quella ufficiale di
esercizio, risulti in panne, è davvero troppo oneroso, a fronte dei
benefici che comporta. La forza contrattuale, del singolo tassista
artigiano, aderente ad un Consorzio, può aumentare, solo per gli
acquisti e per la gestione tecnico – amministrativa. Non potendo
essere rappresentato totalmente nella sua impresa dall’associazione,
rimane singolo e debole operatore, nei confronti delle problematiche
generali. |
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